Teatro

Spazio dell'abitare: al Plart di Napoli gli ambienti retro-futuristi di Garofalo

Spazio dell'abitare: al Plart di Napoli gli ambienti retro-futuristi di Garofalo

Lo spazio dell'abitare come categoria del progetto: entra nel clou il Festival Internazionale del Design.

Il Festival Internazionale del Design, promosso dalla Fondazione Plart di Napoli, entra nella fase conclusiva della sua programmazione, aprendo una finestra sull’architettura. Be The Poem, mostra di Marco Galofaro, a cura di Domitilla Dardi, è un percorso nell’interpretazione degli spazi, attraverso l’adattabilità dei modellini realizzati in materiali polimerici.

Se non puoi essere un poeta, sii la poesia”, citazione di David Carradine da Kill Bill, è il concetto che Galofaro – fondatore dello studio-laboratorio Modelab e stretto collaboratore di Peter Eisenmann, Massimiliano Fuksas, Alfredo Jaar, tra gli altri – ha applicato al suo processo creativo, concependo l’architettura come un racconto corale, narrazione immortale del rapporto della comunità con il mondo abitabile. Gomma poliuretanica e siliconica, schiume e polveri colorate, resina epossidica, sono alcuni dei materiali che, raccolti in boccette e contenitori di varie forme e dimensioni, aprono il percorso espositivo, restituendo l’immagine del laboratorio di Galofaro, tra la terminologia complessa dell’alchimia e i colori sgargianti della futuribilità. Infatti, il recupero dell’esperienza dialogica della bottega cinquecentesca, luogo di stratificazione e scambio delle conoscenze, e la sperimentazione incessante sulle materie e sulle forme, seguendo schemi affini alle descrizioni dei racconti utopici e distopici, sono momenti che si ibridano, nel passaggio dall’astrazione dell’idea alla fisicità dell’ambiente.

Ciò che trasforma la materia grezza e inerte nella composizione perfetta del modellino, è l’atteggiamento di ricerca infaticabile, «queste microarchitetture sono valvole di sfogo della creatività», ha spiegato Galofaro. I modellini rappresentano visioni opposte di intendere l’atto dell’insediarsi nei luoghi, come in Km2, un vertiginoso grattacielo intricato di geometrie, ed in Carpet Villa, un’abitazione indipendente, presumibilmente in campagna, tutta estesa tra morbide volute e ondeggianti arabeschi. L’abitare, però, è fatto non solo di oggetti statici ma anche di azioni compiute da esseri umani e la serie di No direction home daily life, realizzata con Ilaria Benassi, si configura come una enciclopedia del movimento quotidiano. Sagome stilizzate di case fanno da cornice a una lunga teoria di avvenimenti, tra sfera intima e pubblica, stereotipo e ordinarietà. Dalla scena erotica ambientata nel granaio al pulmino Volkswagen guidato dalla suora, dal funerale allo sciopero, passando per il barbecue e i cantieri stradali, ogni azione, che sia collettiva o individuale, segreta o esplicita, diventa rappresentazione concreta dell’abitare.

 

Dal 18 marzo 2015 al 30 aprile 2015

Be The Poem

Marco Galofaro

A cura di Domitilla Dardi

Plart, via Giuseppe Martucci, 48 - 80121 Napoli